Il chirurgo è prima di tutto una persona, l’umanità la sua arma migliore.

Prof. Massimo Robiony
Chirurgo Maxillo Facciale, Direttore del Dipartimento Testa Collo e Neuroscienze Ospedale di Udine

Il Senso della Scienza

L’umanizzazione passa attraverso un percorso emotivo, relazionale e formativo-pratico di preparazione alla medicina, necessario per diventare dei bravi medici.

Il lavoro di Scienziati, Medici e Ricercatori deve tornare al centro dell’interesse di Governi e dell’opinione pubblica. È necessario sviluppare un dibattito intorno alla figura del Medico e al suo rapporto con le persone, i malati e i pazienti.

La crisi è di valori e di prospettive a cui si aggiunge l’impoverimento progressivo della diffusione di un certo tipo di cultura alle nuove generazioni. Quel senso di responsabilità etica e morale che si costruisce con una formazione costante, adeguata, rivolta ai giovani che diventeranno adulti o agli adulti che stanno definendo i propri percorsi di vita e lavoro.

Giambattista Vico diceva che i giovani devono applicarsi agli studi non per giungere a “cariche e a possanza” ma per volgere il sapere alla felicità e al benessere del genere umano.

Sento il bisogno di una nuova “umanizzazione” della medicina che tenga conto fortemente dell’innovazione tecnologica e del progresso e che non dimentichi la responsabilità etica del nostro ruolo. È necessario far passare l’umanizzazione attraverso un percorso emotivo, relazionale e formativo pratico di preparazione alle necessità di salute delle persone, fatto anche di innovazione e tecnologia. Il concetto di universalità delle cure rappresenta una tema centrale della nostra società. Impegnarsi per il bene sociale più importante, che è la salute delle persone, rappresenta la mia missione principale alla quale mi dedico, come chirurgo e come docente Universitario.

Eccellenza tecnologica e umanizzazione sono i due pilastri cui guardo se penso alla medicina del futuro: da un lato l’utilizzo della più moderna tecnologia applicata alla medicina, dall’altro l’umanizzazione, l’attenzione al paziente e il lavoro in team.

Nella mia attività quotidiana cerco costantemente l’eccellenza nella gestione tecnica della malattia e, al contempo, l’eccellenza nel rapporto con il paziente. Ho sempre interpretato l’atto chirurgico non solo come espressione di una tecnica ma anche come intervento sul vissuto della persona alla quale sto cercando di dare una qualità della vita il più possibile simile a quella precedente alla malattia. Oggi è necessario mettere il paziente al centro di un apparato efficiente, nel quale le diverse professioni che ruotano attorno al malato siano capaci di condividere obiettivi e modalità e, non ultimo, sappiano dialogare fra loro.

Nella filiera della salute che deve garantire la presa in carico globale del paziente, vanno inseriti anche i percorsi per il benessere delle persone.

Per far questo ci vuole una grande attenzione nell’uso delle parole ed un grande rigore scientifico per filtrare il nostro sapere lavorando tutti i giorni a favore del cittadino/paziente e dello studente in formazione.
Il mio sogno è quello di veder nascere attraverso una seria progettualità una nuova rete di supporto per la scienza nella cura e nella prevenzione delle malattie. Ho scelto questo momento, per diffondere il mio pensiero sul web, perché ora è il momento, il momento di rimetterci in gioco e di pensare ad un nuovo rinascimento, ad una “Tecno-Umanizzazione”.

Quando si parla di eccellenza si parla della perfetta integrazione di varie qualità: competenza, creatività, merito, generosità, altruismo e grande predisposizione alla collaborazione ed all’integrazione interdisciplinare.
L’eccellenza, la fiducia ed il sacrificio rappresentano quella marcia in più che ci rende migliori, una prodigiosa combinazione di condizioni positive.

Adesso e per il futuro la parola chiave, per i nostri pazienti è una sola: “Codice Qualità”.

Storie di persone, pazienti ed umanità

Se curi una malattia,
tu puoi vincere o puoi perdere.
Se curi una persona vinci sempre.

Patch Adams

Senso della Scienza: un impegno e un aggiornamento costante.

La chirurgia della Faccia e dello scheletro Facciale è una chirurgia complessa, che necessita di metodo rigoroso e di un approccio etico e morale basato innanzitutto su basi scientifiche.

Si deve sempre considerare profondamente il Senso della Scienza, e seguendo questa traiettoria coltivare la propria formazione chirurgica.

La formazione che ho conseguito e continuo costantemente a ricercare mi ha permesso di cogliere tutti gli input per costruire una mia identità professionale, al fine di essere abile manualmente e preparato scientificamente, sensibile dal punto di vista umano ed empatico.

Solo attraverso lo studio costante e l’attività scientifica e di ricerca si riesce a traslare il proprio agire ed il proprio sapere per le azioni più nobili dedicate al benessere del genere umano.

Fare il chirurgo ed insegnare ad diventarlo.

Fare il chirurgo è un mestiere complesso e completo: bisogna essere preparati, aggiornati, capaci di gestire lo stress, preparati scientificamente, ma anche sensibili dal punto di vista umano ed empatico.

La mia attività clinica e chirurgica è rivolta esclusivamente alla Testa, al Volto ed al Collo: un distretto anatomico fondamentale dal punto di vista estetico funzionale. Ho eseguito oltre 9000 procedure riguardanti: malformazioni, oncologia del viso e del cavo orale, traumatologia, articolazione temporomandibolare, chirurgia ricostruttiva facciale, chirurgia estetica, chirurgia orale. 

Sono tra i principali esperti di Tecnologia applicata alla chirurgia e piezochirurgia, di Virtual Surgical Planning e di Realtà aumentata e Navigazione Intraoperatoria.

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